Close enough è stata la parola chiave dei miei tentativi fotografici, una vicinanza fisica e di risonanza con i soggetti,
anche nei semplici ritratti che costituiscono ormai il grosso della mia scarsissima attività fotografica.
Non faccio però parte del gruppo di coloro per i quali la fotografia è una necessità essenziale, strumento vitale di comunicazione. Fotografo solo per vedere se riesco ad esprimere l'umanità, l'intensità spesso apparentemente invisibile
delle mie vittime, e ciò di tanto in tanto facendo per loro, ne approfitto, come se fosse una rotazione delle coltivazioni agricole, per mettere a riposo il mio terreno. Una sorta di distrazione insomma, un po' di tempo trascorso in distensiva attività artigianale.
Confido che mi sopporterete lo stesso! In bocca al lupo a tutti.
