Holga #1
- Carlo Riggi
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Re: Holga #1
Benvenuta nel mondo del sogno, Elena! L'inizio è molto sofisticato, promette benissimo.
Ciao
Carlo
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- MarcoBiancardi
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Re: Holga #1
Può essere tutto, può essere nulla...
C’è solo da abbandonarsi e guardare.
Qualcosa prima o poi resterà nella mente di chi guarda.
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Re: Holga #1
Per me non va.
Scusa Elena ma, come penso di aver già scritto in queste contrade, mi considero un vecchio incurabile apollineo.
Mio limite, come mi conferma il fatto che persone dalla sensibilità così sviluppata come Carlo, Marco e Massimo abbiano invece apprezzato
Ciao Luciano
Scusa Elena ma, come penso di aver già scritto in queste contrade, mi considero un vecchio incurabile apollineo.
Mio limite, come mi conferma il fatto che persone dalla sensibilità così sviluppata come Carlo, Marco e Massimo abbiano invece apprezzato
Ciao Luciano
- Carlo Riggi
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Re: Holga #1
Parliamone Luciano, non diamo nulla per scontato, visto che abbiamo tutto il tempo e lo spazio per confrontarci.
Capisco perfettamente le tue perplessità di fronte a questo tipo di immagini. Credo siano legate al concetto di "bellezza" (l'apollineo, appunto). E' evidente che qui siamo oltre qualunque parametro estetico tradizionale. Questi sono legati prevalentemente al visibile, mentre quel che si apprezza in una foto come questa è altrettanto ciò che non si vede, di ciò che si vede, essendo le due dimensioni non più divise, ma dissolte e congiunte in un contenitore più ampio che è l' "evocativo".
Nella foto di Elena io apprezzo intanto l'eleganza formale, con quella striscia di luce che fende il buio accompagnando lo sguardo fino all'elemento centrale. Elemento di cui si capisce poco, cosa che aumenta esponenzialmente la sua capacità evocativa. Potrebbe essere un tavolino con degli oggetti, oppure una veranda con ombrellone e sedie a sdraio. La fantasia è libera di spaziare, addentrandosi nel registro della memoria, dell'immaginario, del sogno. L'eleganza formale è al servizio del mistero: una domanda insatura, che permette alla fantasia di compartecipare alla costruzione dei significati.
Ovvio che senza quel minimo ma preciso segno di gusto formale, il tutto sarebbe stato solo un indistinto confusionario.
Ovvio pure che in una concezione della fotografia come trasposizione di un'idea precostituita, una foto come questa risulta inevitabilmente irrisolta. Ma, ripeto, per me qui non c'è una precisa idea da rappresentare, ci sono significati in divenire, che si delineano man mano, anche adesso, mentre ne stiamo parlando.
Capisco perfettamente le tue perplessità di fronte a questo tipo di immagini. Credo siano legate al concetto di "bellezza" (l'apollineo, appunto). E' evidente che qui siamo oltre qualunque parametro estetico tradizionale. Questi sono legati prevalentemente al visibile, mentre quel che si apprezza in una foto come questa è altrettanto ciò che non si vede, di ciò che si vede, essendo le due dimensioni non più divise, ma dissolte e congiunte in un contenitore più ampio che è l' "evocativo".
Nella foto di Elena io apprezzo intanto l'eleganza formale, con quella striscia di luce che fende il buio accompagnando lo sguardo fino all'elemento centrale. Elemento di cui si capisce poco, cosa che aumenta esponenzialmente la sua capacità evocativa. Potrebbe essere un tavolino con degli oggetti, oppure una veranda con ombrellone e sedie a sdraio. La fantasia è libera di spaziare, addentrandosi nel registro della memoria, dell'immaginario, del sogno. L'eleganza formale è al servizio del mistero: una domanda insatura, che permette alla fantasia di compartecipare alla costruzione dei significati.
Ovvio che senza quel minimo ma preciso segno di gusto formale, il tutto sarebbe stato solo un indistinto confusionario.
Ovvio pure che in una concezione della fotografia come trasposizione di un'idea precostituita, una foto come questa risulta inevitabilmente irrisolta. Ma, ripeto, per me qui non c'è una precisa idea da rappresentare, ci sono significati in divenire, che si delineano man mano, anche adesso, mentre ne stiamo parlando.
Ciao
Carlo
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Re: Holga #1
Ho letto con attenzione, più volte.
Ho riflettuto, riguardando la foto.
Ma no, non ci arrivo.
Non sono per nulla un adepto del f.64, anche se AA, Weston, Imogen, Minor etc mi piacciono parecchio.
Mi piace però anche Giacomelli, mi piace Fontana, mi piace Uliano Lucas, mi piace Brassai.
In verità i grandi mi piacciono tutti, più o meno.
Alcuni sfocati, mossi, sgranati, troppo chiari o troppo scuri etc li capisco, mi possono anche piacere; meglio se si capisce che l'autore ha usato uno strumento funzionale al messaggio e non ha ceduto alla tentazione di usare clichè.
La violazione consapevole e funzionale delle regole è un percorso difficile e che richiede grande struttura e cultura, sennò è cattiva lomografia.
In questo caso il confine tra indistinto/evocativo e caotico/casuale mi pare che sia troppo sbilanciato verso il caos.
Non vedo un messaggio insaturo, semplicemente non vedo cosa Elena ci voleva far intendere che avesse sentito.
P.s: scusa Elena per aver inquinato il tuo post.
Sii orgogliosa delle discussioni che provochi, e comunque vai dritta per la tua strada. Il parere di uno conta solo per lui.
Ciao. Luciano
Ho riflettuto, riguardando la foto.
Ma no, non ci arrivo.
Non sono per nulla un adepto del f.64, anche se AA, Weston, Imogen, Minor etc mi piacciono parecchio.
Mi piace però anche Giacomelli, mi piace Fontana, mi piace Uliano Lucas, mi piace Brassai.
In verità i grandi mi piacciono tutti, più o meno.
Alcuni sfocati, mossi, sgranati, troppo chiari o troppo scuri etc li capisco, mi possono anche piacere; meglio se si capisce che l'autore ha usato uno strumento funzionale al messaggio e non ha ceduto alla tentazione di usare clichè.
La violazione consapevole e funzionale delle regole è un percorso difficile e che richiede grande struttura e cultura, sennò è cattiva lomografia.
In questo caso il confine tra indistinto/evocativo e caotico/casuale mi pare che sia troppo sbilanciato verso il caos.
Non vedo un messaggio insaturo, semplicemente non vedo cosa Elena ci voleva far intendere che avesse sentito.
P.s: scusa Elena per aver inquinato il tuo post.
Sii orgogliosa delle discussioni che provochi, e comunque vai dritta per la tua strada. Il parere di uno conta solo per lui.
Ciao. Luciano
- Carlo Riggi
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Re: Holga #1
Questo, secondo me, è il punto di divergenza.luciano.xxk ha scritto: ↑mer mar 14, 2018 10:57 pmsemplicemente non vedo cosa Elena ci voleva far intendere che avesse sentito.
Non voglio parlare per Elena, parlo solo per me. Nel mio modo di fotografare con la Holga (ma non solo), spesso non c'è questo prima e dopo di cui parli. Non c'è una precisa intenzione da rappresentare in qualche modo (in low fi, nella fattispecie). C'è un impulso che nasce e si compie nel momento dello scatto, e che la fotocamera stessa contribuisce a determinare. La foto finale è un enigma, che interroga lo stesso autore. Non perché ne sia totalmente estraneo (il segreto non ci è mai estraneo, anche se non lo conosciamo), ma perché appartiene ad una dimensione profonda di cui intuiamo l'esistenza, ma che solo la fotografia ci aiuta a intravedere, o a immaginare. Ci sta naturalmente che il messaggio non passi o che non sia facilmente intellegibile. Ma non è che i messaggi di Jackson Pollock, ad oggi il pittore più pagato al mondo, siano facilmente traducibili in parole. E la distribuzione dei suoi schizzi dipende in gran parte dal caso, esattamente come gli accidenti che la Holga distribuisce sul negativo.
Ciao
Carlo
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Re: Holga #1
Capisco e rispetto.
Sicuro sia reciproco.
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- Carlo Riggi
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Re: Holga #1
Elena
a me questa foto in un primo momento ha ispirato le stesse sensazioni di Luciano, per la ragione che facevo fatica a comprenderne il significato; facendo molta più fatica a comprenderne 'il pensiero ispiratore', il retrogusto mentale, che ci sta dietro.
Ciò detto, dopo lunga osservazione, e dopo avere letto gli autorevoli interventi di chi mi ha preceduto, mi sono convertito, (non suggestionato) e sono arrivato alla conclusione che la foto mi piace.
Mi piace entrare nella parte centrale che, suggerita o meglio indicata, dalla linea di luce soffusa così come evidenziato da Carlo.
Mi piace cercare di comprendere quello che sta nel centro.
Mi piacerebbe infine capire (per migliorare la mia comprensione), quale pensiero ispiratore sta dietro ad una foto del genere.
Grazie
a me questa foto in un primo momento ha ispirato le stesse sensazioni di Luciano, per la ragione che facevo fatica a comprenderne il significato; facendo molta più fatica a comprenderne 'il pensiero ispiratore', il retrogusto mentale, che ci sta dietro.
Ciò detto, dopo lunga osservazione, e dopo avere letto gli autorevoli interventi di chi mi ha preceduto, mi sono convertito, (non suggestionato) e sono arrivato alla conclusione che la foto mi piace.
Mi piace entrare nella parte centrale che, suggerita o meglio indicata, dalla linea di luce soffusa così come evidenziato da Carlo.
Mi piace cercare di comprendere quello che sta nel centro.
Mi piacerebbe infine capire (per migliorare la mia comprensione), quale pensiero ispiratore sta dietro ad una foto del genere.
Grazie
Cordialmente
Giuseppe
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Re: Holga #1
Chiedo scusa ad Elena se inquino il post con le mie riflessioni.
Ho letto con calma il secondo intervento di Carlo, e devo chiedere scusa della mia superficialità del precedente intervento. Quello che Carlo ha scritto esprime in modo chiaro il nocciolo della faccenda.
Carlo dice: (omissis) .... C'è un impulso che nasce e si compie nel momento dello scatto, e che la fotocamera stessa contribuisce a determinare .... (omissis), ed è questo il punto cruciale di tutto il discorso.
Anche io spesso mi ritrovo nella situazione accennata, anche se dopo, i miei scatti non li pubblico per pudore.
Grazie Carlo, grazie Elena, e grazie tutti per avere contribuito a 'spianare' questo per me spinoso interrogativo.
Ho letto con calma il secondo intervento di Carlo, e devo chiedere scusa della mia superficialità del precedente intervento. Quello che Carlo ha scritto esprime in modo chiaro il nocciolo della faccenda.
Carlo dice: (omissis) .... C'è un impulso che nasce e si compie nel momento dello scatto, e che la fotocamera stessa contribuisce a determinare .... (omissis), ed è questo il punto cruciale di tutto il discorso.
Anche io spesso mi ritrovo nella situazione accennata, anche se dopo, i miei scatti non li pubblico per pudore.
Grazie Carlo, grazie Elena, e grazie tutti per avere contribuito a 'spianare' questo per me spinoso interrogativo.
Cordialmente
Giuseppe
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