attese
- MarcoBiancardi
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Re: attese
Bravo, Otto, una bella serie di immagini stilisticamente omogenee, ognuna delle quali farebbe ottima figura anche presentata singolarmente.
Re: attese
Molto belle. E' una serie molto coerente, frutto di un'ottima intuizione. Complimenti Otto!
Ciao,
Giacomo
Giacomo
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Re: attese
Ciao Otto, le avevo già viste, per cui mi ripeto: belle ma forse ne bastava una, la serialità qui secondo me sfiora l'intercambiabilità, è una serie che potrebbe andare avanti all'infinito, forse più di cervello che di cuore. Un saluto e complimenti come al solito.
- Carlo Riggi
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Re: attese
Serie interessante, che mi muove varie emozioni e considerazioni. Provo a dirle come vengono, senza troppo filtro.
Scorrendo la prima foto dall'alto in basso avevo avuto l'impressione che fosse in bianco e nero, solo scoprendo il soggetto centrale e, poi, definitivamente con la seconda foto, mi sono accorto che era a colori. Ci sono rimasto un po' male. Non so dire se la serie sarebbe stata meglio in bn, ma in un primo momento ho vissuto il colore come eccessivamente saturante di emozioni che, mosse già dal titolo, avrei voluto più libere, meno "informate".
Il commento di Pier Maria mi colpisce. E' vero che si rischia la serialità infinita. Ma mi chiedo anche se questa non sia una precisa chiave di lettura di questa proposta. Un'attesa che coinvolge il fruitore, lo mette dentro, dietro quella specie di paravento, coinvolto anche lui in un tempo che non finisce mai. E più che un paravento, quella vetrata diventa allora un "paratempo". Il tempo è il soggetto principale di queste foto. Per tornare al punto di partenza, e a voler aprire una riflessione tipo sesso degli angeli, ci sarebbe da stabilire se il tempo abbia colore. Dicono che le donne sognino a colori e gli uomini in bianco e nero. E' un'emerita sciocchezza, ma, per gioco, potremmo dire che questo di Otto è un tempo femmina.
Complimenti per tuo sguardo, sempre virtuosamente "perturbante".
Scorrendo la prima foto dall'alto in basso avevo avuto l'impressione che fosse in bianco e nero, solo scoprendo il soggetto centrale e, poi, definitivamente con la seconda foto, mi sono accorto che era a colori. Ci sono rimasto un po' male. Non so dire se la serie sarebbe stata meglio in bn, ma in un primo momento ho vissuto il colore come eccessivamente saturante di emozioni che, mosse già dal titolo, avrei voluto più libere, meno "informate".
Il commento di Pier Maria mi colpisce. E' vero che si rischia la serialità infinita. Ma mi chiedo anche se questa non sia una precisa chiave di lettura di questa proposta. Un'attesa che coinvolge il fruitore, lo mette dentro, dietro quella specie di paravento, coinvolto anche lui in un tempo che non finisce mai. E più che un paravento, quella vetrata diventa allora un "paratempo". Il tempo è il soggetto principale di queste foto. Per tornare al punto di partenza, e a voler aprire una riflessione tipo sesso degli angeli, ci sarebbe da stabilire se il tempo abbia colore. Dicono che le donne sognino a colori e gli uomini in bianco e nero. E' un'emerita sciocchezza, ma, per gioco, potremmo dire che questo di Otto è un tempo femmina.
Complimenti per tuo sguardo, sempre virtuosamente "perturbante".
Ciao
Carlo
Carlo
Re: attese
grazie a tutti dei preziosi commenti...
mi ha fatto pensare molto l' intercambiabilità e la serialità infinita evidenziata da Pier Maria e concordo con lui, ma penso anche sia una caratteristica comune di molte serie fotografiche, come ad esempio una serie di ritratti o di paesaggi, tutte serie che non raccontano ma descrivono, mostrano.
La difficoltà credo sia nel saper dosare gli elementi in gioco ed io qui penso di aver creato alcune ridondanze nei tre cappelli all' inizio ed alla fine con le ultime tre dello stesso soggetto in momenti diversi, ma ho comunque voluto presentarle tutte insieme per rafforzare quello che la foto singola, a mio modo di vedere, avrebbe potuto solo suggerire...
molto bella la lettura del paravento/paratempo di Carlo, mentre per il colore delle foto onestamente devo dire che in fare di ripresa mi sono fatto attirare più dal tenue colore che dal bagliore della luce, quindi il colore registrato è rimasto...
poi sulla questione "ci sarebbe da stabilire se il tempo abbia colore" mi viene da pensare che la memoria sia a colori ed il ricordo in bianco e nero, quindi sempre come giochino la donna tiene memoria mentre l' uomo ricorda...
otto.
mi ha fatto pensare molto l' intercambiabilità e la serialità infinita evidenziata da Pier Maria e concordo con lui, ma penso anche sia una caratteristica comune di molte serie fotografiche, come ad esempio una serie di ritratti o di paesaggi, tutte serie che non raccontano ma descrivono, mostrano.
La difficoltà credo sia nel saper dosare gli elementi in gioco ed io qui penso di aver creato alcune ridondanze nei tre cappelli all' inizio ed alla fine con le ultime tre dello stesso soggetto in momenti diversi, ma ho comunque voluto presentarle tutte insieme per rafforzare quello che la foto singola, a mio modo di vedere, avrebbe potuto solo suggerire...
molto bella la lettura del paravento/paratempo di Carlo, mentre per il colore delle foto onestamente devo dire che in fare di ripresa mi sono fatto attirare più dal tenue colore che dal bagliore della luce, quindi il colore registrato è rimasto...
poi sulla questione "ci sarebbe da stabilire se il tempo abbia colore" mi viene da pensare che la memoria sia a colori ed il ricordo in bianco e nero, quindi sempre come giochino la donna tiene memoria mentre l' uomo ricorda...
otto.
- fabrizios53
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Re: attese
Stessa trama, stesso spot di luce, personaggi diversi senza volto ... l'attesa è protagonista.
Il tempo sembra non passare, nel vuoto, nella solitudine dell'attesa.
Aspettando Godot.
Il tempo sembra non passare, nel vuoto, nella solitudine dell'attesa.
Aspettando Godot.
Ciao, Fabrizio
Re: attese
grazie del commento Fabrizio...
otto.
otto.