Close Enough Photographers

Carlo Riggi ha scritto: ↑

ven feb 23, 2018 9:59 pm

Quando parlo (male) del concetto di "tema", in genere faccio l'esempio del mare. Assumere il mare come tema significa riproporlo in tante diverse salse, come minestre riscaldate. Aderire a un tema comporta il ricorso ad un uso sclerotico della metafora, una sterile ricerca di variazioni che forniscono nuove versioni della “medesima cosa”. Una logica imitativa che porta a una paralisi della creatività.
Sostituisco volentieri il concetto di tema con quello di "luogo". Nel luogo ci si immerge, proprio come fa uno scrittore con l'ambiente e l'atmosfera che intende descrivere. Lo si respira, ci si vive dentro, e da lì si lascia che prenda avvio l'infinita deriva di significazioni possibili. Il luogo, così inteso, diventa uno stato della mente.
Assumere il mare come "luogo" significa immergervisi, condividerne la salinità, l'odore, la consistenza.
Il tuo mare per me è un luogo, della mente oltre che del corpo. La tua è una foto "zuppa", l'osservatore condivide la stessa esperienza sensoriale ed emozionale da cui la fotografa si è lasciata attraversare.
Nota tecnica: i paesaggi in low key non sono frequenti. E io li amo molto. Brava!

MarcoBiancardi ha scritto: ↑

mer feb 28, 2018 8:31 pm

una marina molto triste, davvero scura, una tristezza che va oltre l'inverno, quando ci sono anche giornate di sole o quando il brutto tempo porta con sé venti e raffiche che spazzano la spiaggia e sollevano il mare, ma non rendono l'atmosfera così cupa.
Qui mi pare di leggere un inverno interiore, quasi avessi voluto raffigurare una tua tristezza.