Close Enough Photographers

Spero che vi possa far provare quello che provo io nel guardarla.
(Anche questa è una foto “zuppa”)

Basta fare qualche passo... e li trovare persone ... tutto è volere.
Bella foto

Ancora il mare invernale come metafora di sentimenti negativi. Ma è solo un succedersi di momenti e di stagioni e la salitidine può essere passeggera, come foto così buie e scure come questa speriamo facciano parte di momenti che poi passano.

Non sono qui per suggerire ma per osservare ed esprimere la mia percezione dell'immagine da te proposta. E allora dico che coglie nel segno. Vi ritrovo una metafora efficace della odierna dimensione esistenziale con la rappresentazione, se si vuole in modo anche troppo scoperto e forse ingenuo, di due situazioni, anagraficamente omogenee, ma strutturalmente distinte: l'una "attiva" condivisa da un gruppo di più soggetti, che appaiono anche fisicamente "legati", l'altra "passiva" di osservazione silenziosa, a distanza, di quelle attività da parte di un soggetto singolo che apparentemente potrebbe soffrire del fatto di non essere parte del gruppo (ma si è autoescluso o forse non può reggere o non vuole accettare le condizioni per il suo inserimento nel gruppo?). Libertà è/e partecipazione. Per la serie : "meditate gente".... Brava ELena. Un saluto Lorenzo

Grazie mille a tutti!

Dopo la consueta, puntuale analisi di Carlo, posso solo aggiungere i complimenti per questa bella foto.

Molto bella la contrapposizione, ottimi anche i toni.
Brava Elena!

g.renieri ha scritto: ↑

mar mar 06, 2018 6:10 pm

Dopo la consueta, puntuale analisi di Carlo

La bella e puntuale analisi purtroppo non è mia. Anzi, leggo avidamente le vostre considerazioni alla ricerca di parole che possano aiutarmi a gestire la profonda angoscia che mi genera questa foto. Perché tutti sappiamo - o, almeno, io so - cosa significhi sentirsi soli al cospetto di un gruppo che si tiene per mano. E non basta la volontà, caro Giuseppe, non sempre. Perché il muro che ci separa dagli altri, in certi momenti, è più spesso delle nubi scure e cariche di pioggia che Elena ci mostra in questa foto.
Servono le parole. Per leggere, per capire. E serve la fotografia, per trasfigurare, rappresentare e condividere sentimenti altrimenti silenti, muti, incomunicabili. Se le parole e le immagini tornano a sgorgare dentro di noi, allora si può provare a guardare dentro quel gorgo di disperazione che è la solitudine. E magari capire che la pioggia e il mare, quando arrivano, ci rendono simili, perché ci bagnano tutti allo stesso modo.

Grazie a tutti.

Carlo Riggi ha scritto: ↑

mar mar 06, 2018 11:01 pm

g.renieri ha scritto: ↑

mar mar 06, 2018 6:10 pm

Dopo la consueta, puntuale analisi di Carlo

La bella e puntuale analisi purtroppo non è mia. (...)

... chiedo scusa per la gaffe

Non mi da' la sensazione di solitudine,forse perchè lo sguardo è intento a "cercare"?