Close Enough Photographers

Pur avendo sfoderato tutta la capacità di convincimento di cui sono capace con la gentilissima signora degli accrediti, non sono riuscito a farmi rilasciare un pass stampa.
Quindi non avrei potuto accedere all'area immediatamente a ridosso della linea di partenza.
Ma dato che certe occasioni capitano una volta sola nella vita, i controlli non erano così stretti e l'atmosfera di tensione e concentrazione che precede il via costituisce uno degli elementi più intensi di qualsiasi competizione, sono riuscito comunque a passarci un po' di tempo, facendomi sbattere fuori una quindicina di volte per poi tornarci ogni volta facendo finta di niente

Magnifico lavoro, in questa seconda parte oltre ai primi piani stretti sui soggetti si intravede anche molto dello sconfinato paesaggio salato.
L’ultima è il gran finale, l’apoteosi, il manifesto dell’evento e per la tua prossima mostra.

Ed hai fatto bene!!

Un'altra splendida serie! Ci stai facendo sognare. Anche qui ne scelgo una, per sport, e dico la settima.

questa serie mi attira ancora di più, 7-10-13 tra le preferite perché riesco a vedere "fuori dall' acquario", l' ultima, la ciliegina davvero una foto speciale.

ma fammi capire, nel suolo al posto della sabbia c'è sale ? ma il suolo è compatto o ci sono zone in qui si sprofonda qualche centimetro ?

otto.

Bravo Alessandro, anche per me le più speciali sono quelle dove l'occhio arriva lontanissimo. Un saluto.

Ottima serie, ancora più bella della prima. Bellissimi i primi piani dei piloti e soprattutto le inquadrature più ampie che illustrano anche questo meraviglioso e mitico (per gli appassionati) luogo.
Tanto per restare in tema segnalo "The world fastest Indian" (tit. Italiano "Indian - La grande sfida") di Roger Donaldson, con A. Hopkins. E' tratto dalla storia vera di Burt Munro, un neozelandese che, con la una vecchia Indian del 1920, stabilì nel 1967 un incredibile record di velocità sul lago salato di Bonneville.