(l'immagine, sacrificata, è l'unica che sono riuscito a trovare sul web)
Il poeta aveva così annotato sulla stampa donatagli da Degas: "questa fotografia mi è stata donata da Degas del quale si intravvedono l'apparecchio e il fantasma dentro lo specchio. Mallarmè é in piedi accanto a Renoir seduto sul divano. Degas ha inflitto loro una posa di quindici minuti alla luce di nove lampade a petrolio....". Dopo più di 50 anni, nel 1946, HCB con la sua Leica fa una foto-ritratto al poeta ormai vecchio. Pare un'istantanea spontanea.
Ma non può sfuggire la posizione centrale di quella foto donata da Degas, proprio quella annotata a mano da Valery. La fotografia cita se stessa e si duplica nello specchio, Cartier Bresson fa il verso allo specchio di Degas e Valery recita se stesso sdoppiandosi o addirittura triplicandosi ( è suo il busto di marmo che lo raffigura come eroe di Francia...). Il fluire intrigante delle citazioni alternate è qui esplicito.
Considerazioni forse banali. Nel gioco dei rimandi scorre la storia della fotografia e della sua evoluzione tecnica: 15 minuti contro un istante dopo 50 anni, ma sono ancora "vive" oggi le stesse epifanie, apparizioni di spettri, fantasmi, nel gioco di specchi.