Non volendo inquinare un post di foto con considerazioni tecniche come quelle che seguono, non intonate alla filosofia di questo luogo, proseguo qui una discussione iniziata come commento ad una foto di Marco Biancardi (l'inverno dei bambini).
Avevo erroneamente attribuito un visibile alone chiaro ad un eccesso mascheratura effettuata in post produzione.
Marco osserva che non è questo, perché la foto è da negativo, senza elaborazioni, e semmai quello osservato è l'effetto adiacenza di uno sviluppo stand.
Vorrei dire che le mie foto da negativo, necessariamente digitalizzate per le presentazione virtuale, sono molto spesso "dodged" o "burned", esattamente come in stampa con l'ingranditore: le foto stampate "straight" dopo aver trovato tempo e contrasto sono del tutto eccezionali, scattate in rare fortunate combinazioni di luce e contrasto.
In alcuni casi gli interventi sono leggeri (es. un minimo di scurimento dei bordi o un bit di luce in più alle facce), in altri casi sono anche piuttosto laboriosi; stando attenti a non esagerare, perché si rischia un po' di scivolare verso lo sgradevole effetto HDR.
Circa lo stand, lo evito per principio: preferisco un approccio più controllabile, sapendo che se voglio incrementare o diminuire il contrasto di un tot posso aumentare o diminuire lo sviluppo di x o y%.
Inoltre, ho l'impressione che il prolungamento di "tempo bagnato" abbia effetti negativi sulla struttura della grana, che tende a "spappolarsi", perfino quando il rivelatore usato per lo stand sia, come spesso è, il "secchissimo" rodinal; quest'ultima osservazione però la faccio solo in funzione di quanto ho visto su internet, perché come detto lo stand non ho mai provato in prima persona.
L'effetto adiacenza, per quanto ne so e per quanto ho sperimentato con alcuni rivelatori ad alto effetto adiacenza (es. Perceptol 1+3, Nuclel BF) non dovrebbe normalmente generare effetti così dimensionalmente macroscopici; diciamo che dovrebbe dare un effetto simile all'applicazione di una certa quantità di unsharp mask nel digitale, ovvero dovrebbe creare immagini più graffianti ed apparentemente più nitide, ma non dovrebbe assolutamente creare aloni visibili ad ingrandimenti irrisori come quello che ho usato per visualizzare la foto di Marco su un monitor a 17 pollici!
Non avendo motivo di mettere in dubbio le affermazioni di Marco, considero questa foto come un'ulteriore ragione per usare con grande prudenza standard di lavoro drammaticamente diversi da quanto riportati sui data sheet.
Ciao Luciano
p.s: Se i moderatori ritengono che questo tipo di interventi sia lontano dallo spirito del forum per favore lo dicano: quando sto qui voglio assolutamente conformarmi alle regole della casa che mi ospita.
Sviluppo stand?
Re: Sviluppo stand?
Potrebbe dipendere dallo scanner considerato il passaggio piuttosto marcato dal bianco della neve al nero del sediolino?
Maurizio Cassese
- Carlo Riggi
- Messaggi: 3192
- Iscritto il: mar gen 16, 2018 12:27 pm
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Re: Sviluppo stand?
Mi sembra che siamo abbastanza in linea, invece. La tecnica è parte fondamentale della fotografia, parlarne con intelligenza e competenza non può che essere di beneficio per tutti noi.luciano.xxk ha scritto: ↑mer feb 28, 2018 6:36 pmp.s: Se i moderatori ritengono che questo tipo di interventi sia lontano dallo spirito del forum per favore lo dicano: quando sto qui voglio assolutamente conformarmi alle regole della casa che mi ospita.
In questo forum non sono banditi i discorsi tecnici, quando essi siano posti al servizio della fotografia. Quello che desideriamo scoraggiare è, al contrario, l'uso dell'immagine come pretesto per glorificare questo o quell'aspetto tecnico.
Non è certo questo il caso. E l'Agorà è proprio il posto adatto per questo genere di approfondimenti. Di cui ti ringrazio!
Ciao
Carlo
Carlo
- MarcoBiancardi
- Messaggi: 3876
- Iscritto il: mar gen 16, 2018 10:37 am
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Re: Sviluppo stand?
grazie mille Luciano e stai tranquillo, questo è un luogo di libera espressione del proprio pensiero, sempre benvenuto quando manifestato con correttezza e buona educazione.
Benissimo hai fatto a separare la parte di critica estetico - espressiva dell' immagine da quella meramente tecnica, che va bene proseguire a parte, qui.
Io uso abbastanza spesso la tecnica di sviluppo stand oltre che per la sua praticità (e mia pigrizia)soprattutto per le sue proprietà compensative, quindi in realtà proprio per la capacità di ridurre l'eccessivo contrasto, di dare una buona resa delle ombre e nel contempo di contenere le alte luci.
Anche l' azione sulla grana è relativimante limitata.
Ciò detto resta vero che, come nel caso della mia fotografia citata, quando una zona di alte luci - la neve in questo caso - è confinante con una zona scura - il sedile dell'altalena, se riosservi la foto noterai il dettaglio sul sedile - basse luci - reso molto bene, così come il dettaglio della neve, ancora leggibile, azione compensativa appunto, senza che poi si debba intervenire anche in fase di stampa con dodging o burning; ma è proprio nel punto di contatto tra le due zone che si crea quella sorta di alone (che tuttavia sul mio monitor non pare così evidente come dici sul tuo), poiché il rivelatore che sulla zona poco esposta si è consumato poco agisce con conservata energia sulla zona immediatamente contigua di alte luci, prolungandone lo sviluppo.
Bisognerebbe allora notare al momento della ripresa se vi siano nel soggetto aree espressivamente importanti di stretta contiguità tra zone a forte contrasto di luminosità e prevedere che in quel caso la tecnica disvoilluppo stand può non essere la più adatta.
Benissimo hai fatto a separare la parte di critica estetico - espressiva dell' immagine da quella meramente tecnica, che va bene proseguire a parte, qui.
Io uso abbastanza spesso la tecnica di sviluppo stand oltre che per la sua praticità (e mia pigrizia)soprattutto per le sue proprietà compensative, quindi in realtà proprio per la capacità di ridurre l'eccessivo contrasto, di dare una buona resa delle ombre e nel contempo di contenere le alte luci.
Anche l' azione sulla grana è relativimante limitata.
Ciò detto resta vero che, come nel caso della mia fotografia citata, quando una zona di alte luci - la neve in questo caso - è confinante con una zona scura - il sedile dell'altalena, se riosservi la foto noterai il dettaglio sul sedile - basse luci - reso molto bene, così come il dettaglio della neve, ancora leggibile, azione compensativa appunto, senza che poi si debba intervenire anche in fase di stampa con dodging o burning; ma è proprio nel punto di contatto tra le due zone che si crea quella sorta di alone (che tuttavia sul mio monitor non pare così evidente come dici sul tuo), poiché il rivelatore che sulla zona poco esposta si è consumato poco agisce con conservata energia sulla zona immediatamente contigua di alte luci, prolungandone lo sviluppo.
Bisognerebbe allora notare al momento della ripresa se vi siano nel soggetto aree espressivamente importanti di stretta contiguità tra zone a forte contrasto di luminosità e prevedere che in quel caso la tecnica disvoilluppo stand può non essere la più adatta.
- Ottavio Colosio
- Messaggi: 88
- Iscritto il: mer feb 14, 2018 10:31 pm
- Località: Milano - Bergamo
Re: Sviluppo stand?
Dipende da quello che vogliamo ottenere e quale utilizzo ne facciamo poi del negativo.
Se e' per la scansione e condivisione web possiamo sviluppare con qualsiasi cosa che va bene..e lo scanner e' contento.
Per l'ingranditore e' un'altra cosa... .
La presenza di poco sviluppo fa si questo agisca subito sulle parti piu' esposte del negativo annerendole...ma si esaurisce presto visto che ve ne e' poco...con buona pace del resto del negativo e della densita'..in generale a bassa densita' lo scanner e' felice e "lavora" ma l'ingranditore piange e non e' un caso che con lo stand e' buona cosa usare rivelatori particolarmente energici.
Personalmente e dal punto di vista tecnico, trovo che non sia un metodo di sviluppo corretto.
Se e' per la scansione e condivisione web possiamo sviluppare con qualsiasi cosa che va bene..e lo scanner e' contento.
Per l'ingranditore e' un'altra cosa... .
La presenza di poco sviluppo fa si questo agisca subito sulle parti piu' esposte del negativo annerendole...ma si esaurisce presto visto che ve ne e' poco...con buona pace del resto del negativo e della densita'..in generale a bassa densita' lo scanner e' felice e "lavora" ma l'ingranditore piange e non e' un caso che con lo stand e' buona cosa usare rivelatori particolarmente energici.
Personalmente e dal punto di vista tecnico, trovo che non sia un metodo di sviluppo corretto.
Saluti
Ottavio
Matematicamente parlando, la fotografia è un'applicazione lineare da R3 in R2
Ottavio
Matematicamente parlando, la fotografia è un'applicazione lineare da R3 in R2