Perché fotografiamo...
Inviato: dom gen 28, 2018 4:57 pm
Mi chiedo cosa sostenga il nostro bisogno di fotografare.
La mia idea è che si tratti di un'esigenza di narrazione, la stessa che ci spinge a scrivere su un forum come il nostro.
Desideriamo narrare ciò che abbiamo visto, ma più spesso, anche quando non ce ne rendiamo conto, siamo mossi dalla necessità di condividere un mistero, una stranezza, un buco nero, qualcosa che silenziosamente ma incisivamente ci interroga.
Alla fine, la valenza narrativa che governa il fotografare è praticamente capovolta: noi mostriamo agli altri affinché essi, attraverso le loro emozioni, ci raccontino quel che ci sembra di aver scorto, che abbiamo fissato con la nostra fotocamera, ma di cui non sappiamo nulla, neppure se lo abbiamo visto davvero.
Un riconoscimento senza conoscenza.
La sensibilità autoriale consiste primariamente nel riuscire a non sfuggire a questi stimoli amodali. Senza perderli o lasciarli scivolare come spesso facciamo con tante cose della vita.
Saper fotografare è quindi saper vivere, respirare ogni attimo, godere e soffrire intensamente senza sfuggire le emozioni legate all'implacabile acume dello sguardo.
Raccoglierle e organizzarle in attesa che qualcuno ce le racconti attraverso i propri occhi.
Mostrare le proprie foto è come la richiesta che il bambino a fine giornata fa alla mamma di raccontargli la sua favola prima di chiudere gli occhi.
La mia idea è che si tratti di un'esigenza di narrazione, la stessa che ci spinge a scrivere su un forum come il nostro.
Desideriamo narrare ciò che abbiamo visto, ma più spesso, anche quando non ce ne rendiamo conto, siamo mossi dalla necessità di condividere un mistero, una stranezza, un buco nero, qualcosa che silenziosamente ma incisivamente ci interroga.
Alla fine, la valenza narrativa che governa il fotografare è praticamente capovolta: noi mostriamo agli altri affinché essi, attraverso le loro emozioni, ci raccontino quel che ci sembra di aver scorto, che abbiamo fissato con la nostra fotocamera, ma di cui non sappiamo nulla, neppure se lo abbiamo visto davvero.
Un riconoscimento senza conoscenza.
La sensibilità autoriale consiste primariamente nel riuscire a non sfuggire a questi stimoli amodali. Senza perderli o lasciarli scivolare come spesso facciamo con tante cose della vita.
Saper fotografare è quindi saper vivere, respirare ogni attimo, godere e soffrire intensamente senza sfuggire le emozioni legate all'implacabile acume dello sguardo.
Raccoglierle e organizzarle in attesa che qualcuno ce le racconti attraverso i propri occhi.
Mostrare le proprie foto è come la richiesta che il bambino a fine giornata fa alla mamma di raccontargli la sua favola prima di chiudere gli occhi.