Luigi Ghirri - Lido di Spina
Inviato: mer ott 24, 2018 9:57 am
Luigi Ghirri - Lido di Spina, 1974
Cosa mi piace delle foto di Ghirri? Mi piace l'idea che il suo non sia solo uno sguardo rivolto all'esterno ma lo sia altrettanto verso il mondo interno di chi osserva. L'impressione è che siano gli oggetti a guardare dentro di noi più che il viceversa. L'azione fotografica di Ghirri non è mai rapinosa, è il premuroso allestimento di una culla dove accogliere i sogni, processi mentali che partono da stimoli sobri, trattati in tono minore, e prendono forma lentamente, ma indelebilmente, dentro l'immaginario del fruitore.
Dice Ghirri: “Tutto quello che vedi vive solo nell'inquadratura. Se vuoi, è come una finestra da cui guardi i fenomeni e tu sei come un bambino che deve fare un tema scrivendo quello che hai visto”.
Per chi le osserva, lo svolgimento del tema tocca in genere aspetti assai intimi della propria vita emotiva.
In questa foto, tratta dalla serie “Kodachrome”, io non vedo una giostrina, e neppure la silente solitudine del mare d'inverno. In questa foto io vedo l'infanzia, uno scrigno in cui raccogliere frammenti di memoria proiettati su un orizzonte senza tempo, ricordi di eventi forse mai avvenuti, ma possibili, pronti da rivivere nell'immaginario.
Il colore stinto non è un vezzo, ma una condizione facilitante la piena fruizione, affinché il dato retinico non abbia a saturare l'emozione, e la realtà possa dialogare col sogno senza prevaricarlo. Il colore dell'imperfetto narrativo, del "c'era una volta", a cui l'autore si richiama per interpretare col giusto distacco i frammenti di vita respirati attraverso l'otturatore della sua fotocamera.