Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare
- Carlo Riggi
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Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare
Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare, 1999-2000
Era inevitabile che, prima o poi, arrivassi a Giacomelli. Non l'autore con cui mi identifico di più, forse, ma uno di quelli da cui ho ricevuto, e sempre ricevo, le emozioni più forti.
Tra la sua ampia e variegata produzione ho scelto questo scatto, della serie “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, realizzata nel biennio 1999-2000.
Il grande fotografo moriva nel novembre del 2000, e queste ultime foto, scattate quando egli era già molto malato, erano una specie di sguardo lanciato oltre l'infinito. In questa serie Giacomelli si ritrasse, in figura o in ombra (persino nudo, una volta), in compagnia di alcuni oggetti “feticcio” (la sedia, la colomba finta), trasfigurandosi in essi come mettendo in opera una sorta di dispersione atomistica della sua anima nella natura.
All'acme della sua lucidità compositiva, realizzò delle opere di fortissimo impatto grafico, utilizzando i pochi rudimentali elementi trovati tra le stanze di casa o in giardino: fili, piante, staccionate, ombre. Queste foto esprimono il suo struggente desiderio di continuare a esercitare lo sguardo, a interpretare il mondo attraverso le magie della sua arte fotografica, e l'acuto rammarico di non poterlo fare ancora a lungo. Cosa di cui era pienamente consapevole.
- “Che ore sono?”
- “Le dieci”
- “E' tardi, devo andare”.
Così (vado a memoria) finisce l'intervista a Simona Guerra, nel bel libro che ella gli ha dedicato (“La mia vita intera”).
In questa foto, il Maestro è metà corpo e metà ombra, come il resto degli oggetti, rappresentandosi con una ironica e dissacrante foggia femminea in un mondo ormai già quasi del tutto trapassato. I bianchi e i neri estremi, come sempre gli sono piaciuti, fanno da cornice solenne e gioiosa a questo atto di passaggio, distribuiti con la meticolosità tipica del fine artigiano che egli è stato.
Si tratta forse di una foto testamento. A me piace pensarla come il guizzo creativo e giocoso di un grande artista, che, pensando alla sua morte, fa uno sbuffo capriccioso, tra lo scocciato e il divertito, e, in un momento di sublime ispirazione, lascia al mondo l'ultima traccia di sé, un potente urlo di vita. L'ultimo ricordo che ha voluto raccontarci. Una foto che incanta e commuove.
Ciao
Carlo
Carlo
- MarcoBiancardi
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Re: Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare
Apprezzo il grafismo di Giacomelli e la sua originalità nell’interpretazione del paesaggio. Questa immagine, che come ci spieghi appartiene a un periodo del tutto particolare del suo percorso terreno e artistico, la trovo particolarmente difficile da interpretare senza un’adeguata conoscenza del background creativo in cui è stata prodotta.
- Ottavio Colosio
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Re: Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare
Penso al primo scatto di Giacomelli, rivolto verso il basso, un'onda sul bagnasciuga che muove una suola di scarpa....il famoso Approdo, fine ma anche inizio di un viaggio che richiama seppur in modi diversi questo presentato da Carlo.
Saluti
Ottavio
Matematicamente parlando, la fotografia è un'applicazione lineare da R3 in R2
Ottavio
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