Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare
Inviato: mer nov 07, 2018 8:02 pm
Mario Giacomelli – Questo ricordo lo vorrei raccontare, 1999-2000
Era inevitabile che, prima o poi, arrivassi a Giacomelli. Non l'autore con cui mi identifico di più, forse, ma uno di quelli da cui ho ricevuto, e sempre ricevo, le emozioni più forti.
Tra la sua ampia e variegata produzione ho scelto questo scatto, della serie “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, realizzata nel biennio 1999-2000.
Il grande fotografo moriva nel novembre del 2000, e queste ultime foto, scattate quando egli era già molto malato, erano una specie di sguardo lanciato oltre l'infinito. In questa serie Giacomelli si ritrasse, in figura o in ombra (persino nudo, una volta), in compagnia di alcuni oggetti “feticcio” (la sedia, la colomba finta), trasfigurandosi in essi come mettendo in opera una sorta di dispersione atomistica della sua anima nella natura.
All'acme della sua lucidità compositiva, realizzò delle opere di fortissimo impatto grafico, utilizzando i pochi rudimentali elementi trovati tra le stanze di casa o in giardino: fili, piante, staccionate, ombre. Queste foto esprimono il suo struggente desiderio di continuare a esercitare lo sguardo, a interpretare il mondo attraverso le magie della sua arte fotografica, e l'acuto rammarico di non poterlo fare ancora a lungo. Cosa di cui era pienamente consapevole.
- “Che ore sono?”
- “Le dieci”
- “E' tardi, devo andare”.
Così (vado a memoria) finisce l'intervista a Simona Guerra, nel bel libro che ella gli ha dedicato (“La mia vita intera”).
In questa foto, il Maestro è metà corpo e metà ombra, come il resto degli oggetti, rappresentandosi con una ironica e dissacrante foggia femminea in un mondo ormai già quasi del tutto trapassato. I bianchi e i neri estremi, come sempre gli sono piaciuti, fanno da cornice solenne e gioiosa a questo atto di passaggio, distribuiti con la meticolosità tipica del fine artigiano che egli è stato.
Si tratta forse di una foto testamento. A me piace pensarla come il guizzo creativo e giocoso di un grande artista, che, pensando alla sua morte, fa uno sbuffo capriccioso, tra lo scocciato e il divertito, e, in un momento di sublime ispirazione, lascia al mondo l'ultima traccia di sé, un potente urlo di vita. L'ultimo ricordo che ha voluto raccontarci. Una foto che incanta e commuove.