Per chi volesse fare un tuffo negli anni Sessanta e oltre, le foto di Tano D'Amico, "Le immagini e i senza potere", foto analogiche rigorosamente stampate in Co.
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Tano D'Amico
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Buona luce
Nicola
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- Carlo Riggi
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Re: Tano D'Amico
Testimonianza pura, senza fronzoli. Il merito di esserci. Grazie per la segnalazione!
p.s.
Per me, se fossero state stampate "rigorosamente in inkjet" non sarebbe cambiato nulla.
p.s.
Per me, se fossero state stampate "rigorosamente in inkjet" non sarebbe cambiato nulla.
Ciao
Carlo
Carlo
- MarcoBiancardi
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Re: Tano D'Amico
grazie Nicola per la segnalazione
Re: Tano D'Amico
Grazie Carlo e Marco.
In realtà io non saprei riconoscere una stampa realizzata in c.o. da una inkjet, ma leggendo in Close ho trovato diversi cultori che disquisiscono con assoluta competenza in ordine alla questione e ho ritenuto il caso di segnalarlo. Ho avuto una camera oscura (realizzata stabilmente e collocata sul fondo della mia cucina) tra il 1974 e il 1980 circa, ma devo confessare di non essere mai stato in grado di realizzare stampe veramente soddisfacenti, però ... mi divertivo assai. Per tornare alla mostra si possono anche trovare delle fotografie cosiddette "vintage", per intenderci quelle di cui parla Smargiassi (viewtopic.php?f=6&t=594), ma sono rigorosamene NON in vendita.
In realtà io non saprei riconoscere una stampa realizzata in c.o. da una inkjet, ma leggendo in Close ho trovato diversi cultori che disquisiscono con assoluta competenza in ordine alla questione e ho ritenuto il caso di segnalarlo. Ho avuto una camera oscura (realizzata stabilmente e collocata sul fondo della mia cucina) tra il 1974 e il 1980 circa, ma devo confessare di non essere mai stato in grado di realizzare stampe veramente soddisfacenti, però ... mi divertivo assai. Per tornare alla mostra si possono anche trovare delle fotografie cosiddette "vintage", per intenderci quelle di cui parla Smargiassi (viewtopic.php?f=6&t=594), ma sono rigorosamene NON in vendita.
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Nicola
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Re: Tano D'Amico
Penso che quando il valore contenutistico e documentario ha il sopravvento, come nelle foto di Tano D'Amico, l'aspetto del supporto abbia un'importanza relativa. Ma, ormai, anche per le foto cosiddette d'arte, la cosa penso che sia di poco conto. Ricordo ancora con piacere la grande retrospettiva di Jodice, che si tenne qualche anno fa alla Galleria Nazionale di Roma, dove stampe analogiche e digitali stavano le une accanto alle altre senza timori reverenziali.
Poi, la CO ha indubbiamente il suo fascino. Ma più per chi la frequenta, che per chi ne ammira i risultati, credo io.
Ma forse è perché anch'io sono stato una frana come stampatore.
Ciao
Carlo
Carlo
Re: Tano D'Amico
Sempre a proposito delle immagini di Tano D'Amico, io ne ho trovate alcune che non hanno solo valore di documento storico, ma sono proprio belle, intense. Per alcune foto si giustifica la famosa frase di HCB "Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore" là dove, per Tano, il cuore è ben presente, mentre per il Maestro francese, spesso è solo un'affermazione, perché - e questa è naturalmente una mia modesta opinione - nella maggioranza delle sue fotografie chi prende il sopravvento sono gli occhi e la mente.
Buona luce
Nicola
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- MarcoBiancardi
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Re: Tano D'Amico
Sapere che nel caso della mostra in questione le stampe siano “alla gelatina d’argento”, come va di moda dire adesso, può aggiungere secondo me un valore filologico.
Ho visto da poco a Mantova la mostra su Aleksandr Rodchenko: il museo moscovita grazie al quale l’evento è stato organizzato, ha curato la stampa analogica dai negativi originali.
Si resta a bocca aperta vedendo che raffinatezza sia tecnica che espressiva si poteva raggiungere già negli anni ‘20 del secolo scorso, quasi che tutti i progressi tecnologici da allora avvenuti nel campo della Fotografia nei quasi 100 anni successivi non siano stati in fondo davvero fondamentali.
Premesso questo e riferendomi al bianco e nero oggi la qualità delle stampe digitali è molto buona e una buona stampa digitale ben fatta è senz’altro meglio di una stampa analogica in camera oscura fatta male
Ho visto da poco a Mantova la mostra su Aleksandr Rodchenko: il museo moscovita grazie al quale l’evento è stato organizzato, ha curato la stampa analogica dai negativi originali.
Si resta a bocca aperta vedendo che raffinatezza sia tecnica che espressiva si poteva raggiungere già negli anni ‘20 del secolo scorso, quasi che tutti i progressi tecnologici da allora avvenuti nel campo della Fotografia nei quasi 100 anni successivi non siano stati in fondo davvero fondamentali.
Premesso questo e riferendomi al bianco e nero oggi la qualità delle stampe digitali è molto buona e una buona stampa digitale ben fatta è senz’altro meglio di una stampa analogica in camera oscura fatta male