Buongiorno a tutti, complice un recente intervento alle corde vocali che mi obbliga ahimè al silenzio, ma mi "regala" un pò più di tempo libero essendo a casa in malattia, mi permetto di sottoporvi una questione che da parecchio alberga nei miei pensieri, sulla quale mi ci arrovello però in particolar modo da un paio d' anni, tempo da cui sono "tornato" a fotografare in analogico oltre che in digitale.
La domanda che mi pongo e per la quale sono davvero curioso di sapere i vostri punti di vista è la seguente:
"E' giusto croppare una foto?"
MI spiego meglio, portando un esempio personale, magari un pò al limite, ma per cercare di rendere l' idea.
Nella prima foto che ho caricato c'è lo scatto originale, dove sulla sx c'è il piede del tizio che sbuca dal margine "rovinando" il tutto. Errore di composizione? Distrazione? sfortuna? boh, non ricordo...fatto sta che così com'è la foto crolla, e l' elemento di disturbo vanifica quella che era l' idea iniziale di inquadratura e composizione. Cosa fare? Scartare la foto?
Come tutti ben sappiamo, basta operare un piccolo ritocchino alla foto iniziale, magari mantenendo le proporzioni originali ma escludendo l' elemento estraneo... e voilà, ecco la fotografia numero due, dove tutto più o meno funziona, e rappresenta l' idea pensata di scatto.
In realtà forse quello che più mi preme non è solo la domanda in sè, ma una sottodomanda che viene subito dopo che è:
"se è lecito "croppare" qual' è il limite consentito?"
Arrivando a casi estremi (ma poi nemmeno così tanto infrequenti) mi è capitato di incontrare fotografi digitali che sparavano raffiche di scatti per cogliere una situazione interessante, magari "not close enough" con un bel 70-200, per poi andare in post produzione a ritagliare la porzione di scena che "funzionava", tanto con tutti quei megapixel...
Ok, questo è un esempio quasi macchiettistico, però nel mio piccolo spesso mi trovo a realizzare che molte, troppe, foto che faccio mi sembra possano funzionare solo dopo che ho tolto qualcosa a destra, a sinistra o ho scontornato la cornice dello scatto originale, spesso non così poco come nell' esempio riportato. E personalmente non mi fa stare sereno, è come se un pò barassi, ed incide sulla "relazione" che instauro con i miei scatti quando li riguardo.
So benissimo che la questione in sè è banale, ma per me più passa il tempo, più assume un valore quasi morale, tanto da mettere costantemente in dubbio e sotto il riflettore il mio "modo" di fare e pensare alla fotografia.
Senza ovviamente volermi paragonare a loro, ci mancherebbe ...ma mi chiedo nella mia ignoranza se i "grandi" in camera oscura in realtà rifilassero abitualmente le loro foto o meno , e l' idea di "istante decisivo" o di "scatto perfetto" sia forse un concetto sicuramente romantico e affascinante ma non così reale...
Spero di non avervi tediato e che l' argomento non sia già stato trattato.
Mi viene però da fare in conclusione un pensiero : sicuramente un modo per eludere o alleviare la questione c'è...e forse è cercare continuamente di migliorarsi, lavorare sempre di più sul modo di scattare, pensare, comporre, guardare e osservare il mondo.
Grazie per l' attenzione e buone foto e pensieri a Tutti; Stefano
Crop si...crop no...
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Re: Crop si...crop no...
Ciao Stefano, io non mi porrei il problema, se devi togliere un piede toglilo in scioltezza, come se avessi un portanegativi cicciotto, poi è logico che occorra tendere a una composizione sempre più perfetta, quando entra un qualcosa di sgradito al bordo estremo si ritaglia, come se avessi usato un 52mm. anziché un 50. Per esempio Fan Ho, il fotografo che hai commentato qualche giorno fa, usava solo la Rolleiflex e quasi tutte le sue foto non sono quadrate.... Un saluto.
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Re: Crop si...crop no...
Grazie dell' intervento Pier Maria.
Mi ero ripromesso di approfondire la conoscenza di Fan Ho ma non l'ho ancora fatto, lo farò in qusti giorni!
Buona serata
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- MarcoBiancardi
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Re: Crop si...crop no...
Bravo Stefano, bella foto, hai fatto bene ha tagliar via il piede dell’importuno intruso.
Se quando si scatta si ha già un’idea del risultato e composizione finale, mi sembra più che lecito, se qualcosa di imprevisto o l’impossibilità di avvicinarsi di più ha “rovinato” l’idea iniziale regolare in un secondo tempo l’inquadratura.
Invece scattare a vanvera sperando di trovare a posteriori una buona inquadratura è più con non lecito o “immorale” probabilmente infruttuoso nella ricerca di una buona fotografia.
Anche i famosi maestri, vedi il libro della Magnum sui provini a contatto “La scelta della foto”’, erano ben lungi dall’azzeccare il capolavoro fin dal primo scatto, ma il libro dimostra il loro lavoro di pazienza e costanza nello studio del soggetto e nella scelta della composizione più efficace.
Se quando si scatta si ha già un’idea del risultato e composizione finale, mi sembra più che lecito, se qualcosa di imprevisto o l’impossibilità di avvicinarsi di più ha “rovinato” l’idea iniziale regolare in un secondo tempo l’inquadratura.
Invece scattare a vanvera sperando di trovare a posteriori una buona inquadratura è più con non lecito o “immorale” probabilmente infruttuoso nella ricerca di una buona fotografia.
Anche i famosi maestri, vedi il libro della Magnum sui provini a contatto “La scelta della foto”’, erano ben lungi dall’azzeccare il capolavoro fin dal primo scatto, ma il libro dimostra il loro lavoro di pazienza e costanza nello studio del soggetto e nella scelta della composizione più efficace.
- Carlo Riggi
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Re: Crop si...crop no...
L'aggettivo "giusto" pone una dimensione superegoica alla faccenda, non so quanto utile per noi. L'etica dell'estetica è sempre una questione piuttosto complicata. Utilizziamo il rasoio di Occam e cerchiamo di sfrondare la cosa dei suoi aspetti più contorti.
Cos'è giusto? A quale etica risponde il fotografo?
Dico subito che non sono per nulla appassionato al mito del fotografo "Tex Willer"; non do particolare valore allo scatto centrato al primo colpo. Non credo neppure che sia quello l'attimo decisivo di cui parla HCB. Non ha quasi nessuna importanza, in verità, che lo scatto sia realizzato in un attimo, quanto che in un "attimo" esso riesca a concentrare in sé il messaggio, senza lasciare retropensieri sulla sua realizzazione. "Un verso solo può esigere molte ore; ma se non sembra il dono di un attimo, il nostro tessere e il nostro disfare sono inutili", scriveva H.B. Yeats.
Il "quasi" di cui sopra è relativo a un unico caso, quando il momento sia parte integrante della foto. Ciò può accadere per una sua particolare valenza storica o documentaria, o semplicemente per una sottolineatura che l'autore vuol dare alla situazione così com'è, nella sua interezza; lì dove sia il tempo il soggetto principale, e non la luce. E' il modus operandi tipico delle telecamere di sorveglianza, per dire, in cui, data la fissità dell'inquadratura, l'unica cosa che conta è il secondo esatto in cui l'evento è stato ripreso, e ogni dettaglio, anche il più marginale e antiestetico degli intrusi, diventa fondamentale. Ci sono fotografi che lavorano in questo modo.
Negli altri casi, io credo che valga un'etica di altro tipo. Ogni immagine contiene infinite immagini possibili. L'occhio del fotografo ha colto qualcosa di interessante dentro il proprio rettangolo (o il proprio quadrato) e lo rifila. Ma il suo inconscio registra anche le immagini dentro le immagini, ed esse possono svelarsi anche a posteriori, in camera chiara o scura. Allora che fa, si infligge la rinuncia come penitenza per non aver fatto centro al primo colpo (sindrome di Tex Willer)? Direi di no, per me può benissimo lasciarsi sorprendere dall'immagine, esplorarla anche a posteriori, e far emergere da essa, come uno scultore, nuove immagini, nei limiti consentiti dalla risoluzione disponibile. Un altro limite io mi porrei, ma è un'idiosincrasia personale, quella del rispetto della proporzione dei lati. Non ne faccio una questione ideologica, semplicemente è il principio al quale mi attengo, perché sono convinto che il mio modo di pensare sia diverso se parte quadrato o se parte rettangolo. E' la forma della mente, più ancora che degli occhi...
L'esempio degli "Sparalesti" che realizzano decine di scatti per beccarne uno random non lo approvo, non, di nuovo, per un motivo etico (il famoso centro al primo colpo), ma semplicemente perché trovo che con questo modo di operare si disperda ogni risonanza possibile tra lo scatto e l'intenzione sottostante. E' questa intenzione, più o meno consapevole al momento dello scatto, che può guidare all'eliminazione in post di un eventuale elemento di disturbo. Non per stravolgere il significato dell'immagine, ma, al contrario, per renderla più aderente all'emozione che l'ha generata. Più vera. dunque.
Ovvio che tutto questo diventa eticamente riprovevole (qui sì) qualora servisse a stravolgere, più o meno volutamente, il significato profondo di una scena presentata come neutrale testimonianza di un evento. Cosa che, ovviamente, riguarda soprattutto il campo del fotogiornalismo.
Questo penso.
Ciao
Carlo
Carlo
Re: Crop si...crop no...
A parte i complimenti per la bella foto e per le giuste parole che mi precedono io vorrei fare un'altra osservazione, il formato della cara da stampa (visto che parli di foto analogica) non è mai un multiplo del formato del negativo, quindi è dato per scontato un ritaglio a meno di una rara stampa a pieno formato e poi un ritaglio della carta.
Come veniva accennato sopra da Marco i grandi del passato non avevano sempre (anzi quasi mai) un'inquadratura perfetta, anzi ...... (hai mai provato ad inquadrare in maniera precisa con una macchina degli anni 50, magari una Leica a vite usata da HCB senza neanche la correzione della parallasse?) e lo spirito era sempre che quello che voglio ci sia più un tot intorno per poi ritagliare in maniera perfetta in CO la foto ....se era concesso nel passato perché non oggi?
A mio personale parere un caso in cui la foto deve essere composta in maniera perfetta in ripresa con il Grande Formato in caso di stampa a contatto e magari con le antiche tecniche, poi il caso dello scatto a raffica per comporre dopo è un caso limite e come tutti gli eccessi è da stigmatizzare a mio personale parere
Come veniva accennato sopra da Marco i grandi del passato non avevano sempre (anzi quasi mai) un'inquadratura perfetta, anzi ...... (hai mai provato ad inquadrare in maniera precisa con una macchina degli anni 50, magari una Leica a vite usata da HCB senza neanche la correzione della parallasse?) e lo spirito era sempre che quello che voglio ci sia più un tot intorno per poi ritagliare in maniera perfetta in CO la foto ....se era concesso nel passato perché non oggi?
A mio personale parere un caso in cui la foto deve essere composta in maniera perfetta in ripresa con il Grande Formato in caso di stampa a contatto e magari con le antiche tecniche, poi il caso dello scatto a raffica per comporre dopo è un caso limite e come tutti gli eccessi è da stigmatizzare a mio personale parere
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Re: Crop si...crop no...
Buonasera a Tutti...mi scuso per il ritardo con cui replico, ma ho avuto una convalescenza un pò tumultuosa e non ho fatto accesso a "close enough" per parecchi giorni. Ora molto meglio. Ringrazio tutti per i preziosi commenti e considerazioni che ho letto con molto interesse. Adesso vado subito a vedere quante foto "mi sono perso"...